MOTEL TELMO. CAMERA QUATTRO.

Nell’altra stanza Simon guardava il soffitto. Pensava a lei continuamente. Non riusciva a capire il perchè di una reazione tanto ingiustificata. “Sono allergica! Sono allergica!” aveva urlato con voce stridula da forsennata. Come se lui avesse dovuto saperlo. Figuriamoci. Non era certo sua abitudine controllare il cartellino sanitario delle ragazze con cui usciva. No, No. Era chiaro: la sua reazione era stata veramente eccessiva. Più Simon guardava il soffitto più se ne convinceva. E cresceva la rabbia. Avrebbe voluto essere almeno un po’ dispiaciuto per lei, ma non ci riusciva. Dopo quella esagerata pantomima! Si capisce che lei doveva comunicare il proprio disagio, in qualche modo, ma non era certo il caso di prendere i piatti e sbatterli uno ad uno in terra. Tutti. Tutti rotti. Quella mossa era stata totalmente immotivata, oltre che inefficacie, visto che non aveva portato alcun miglioramento alla situazione. Gli altri clienti sembravano paralizzati. Le loro facce inorridite erano stampate nitide nelle memoria di Simon.. Che vergogna. Era inutile: più si sforzava di essere triste, più il rancore saliva bruciante, travolgendo tutto.
In fondo lei se l’era quasi meritata. Farsi notare a quel modo. Pensare che era stato attratto proprio dalla sua composta timidezza, dalla sua invisibilità. Sì, invisibilità. Gliel’aveva anche detto. Simon amava le persone invisibili e silenziose. Quelle che non interromperebbero mai un discorso serio per chiedere: “scusa se ti interrompo, ne vuoi ancora di pomodorini?”, cosa che più di tutte lo ha sempre mandato in bestia. Chi l’avrebbe mai detto. Adesso, per colpa di quella squinternata, gli toccava anche rimandare il suo rientro a casa. Simon smise di guardare il soffitto, si alzò in piedi e prese gli indumenti dall’armadio. Indossò l’abito nero e, con una smorfia sul viso, si apprestò ad uscire.

Sam Sung D371

1 commento:

Anonimo ha detto...

perchè ti spacci per sciatz?